Investire in Immobili. Quanto è importante la Classe Energetica

Investire in Immobili. Quanto è importante la Classe Energetica

L’acquisto di un immobile a Milano e Provincia

Il mercato immobiliare ha subito ingiustamente una flessione negli ultimi anni, dovuta all’incertezza del momento storico, alla tassazione già eccessiva che si somma al timore di un’eventuale patrimoniale per risanare i conti statali, alla difficoltà di ottenere un mutuo e al timore di contrarlo in condizioni di precarietà.

L’Italia suo malgrado si è prestata anche a manovre speculative da parte dei soliti speculatori, ma alla lunga il mattone sta recuperando la posizione che negli anni aveva raggiunto.

Come in tutte le forme di investimento, anche gli immobili soffrono un momento di magra, ma meno di molti altri settori.

In sostanza investire in immobili è una certezza alla pari di come lo era negli anni 80 e forse lo sarà ancora di più in un prossimo futuro.

 

La classe energetica – Abitazioni ad Autonomia Energetica

Si va sempre più delineando l’immagine dell’abitazione ad autonomia energetica devono essere o quanto meno a basso impatto ambientale, cioè immobili progettati con una particolare attenzione alla coibentazione e all’isolamento dalle temperature esterne per l’efficienza energetica, tali da minimizzare l’utilizzo di energia destinata alla climatizzazione e acqua calda.

Il Governo ha varato provvedimenti in merito all’adeguamento di vecchie abitazioni, incentivando nel contempo anche la costruzione ex novo di abitazioni tese al risparmio energetico.

A seconda del consumo di energia stimato in rapporto alla coibentazione e ai criteri di costruzione a metro quadro per le nuova costruzione, le abitazioni sono oggi classificate secondo una scala che va dalla A+ alla G.

A titolo d’esempio si stima che un’abitazione situata in una zona alpina o padana appartenente alla classe A di 120 mq, possa risparmiare in un anno circa 1.600€ in energia rispetto alla stessa abitazione eretta secondo i criteri che la delegano in classe G.

Nelle zone peninsulari e insulari il risparmio si attesta rispettivamente in 1.300 e 980 Euro.

Riscaldare un’abitazione poco efficiente può costare fino a 10 volte in più rispetto ad una classe A.

Ormai la classe energetica di riferimento è diventata un parametro principale per la valutazione di un immobile.

Mentre una volta si stava ben attenti agli impianti di riscaldamento in dotazione, oggi il criterio di valutazione è l’efficienza termica, la classe di riferimento abbassa i consumi energetici.

Il concetto è che adottare un buon impianto di riscaldamento non abbassa di molto i consumi, mentre una casa ben isolata termicamente consente un risparmio fino a 20.000 € ogni 10 anni.

Cos’è l’APE – Attestato di Prestazione Energetica

Il sostegno governativo alla diffusione di tale criterio è suffragato dal fatto che l’APE (Attestato di Prestazione Energetica) è stato reso obbligatorio per tutti gli edifici.

La campagna di incentivi è chiaramente a favore di chi intende trasformare la propria vecchia abitazione o costruirne una nuova adottando i moderni principi edilizi.

I vantaggi sono indubbi e riguardano sia i cittadini che il Governo. Risparmiare sulla bolletta è un vantaggio per gli utenti ma limitare la produzione di CO2 e gas serra è fondamentale per una nazione che deve rimanere entro i parametri degli accordi di Kyoto.

La mancanza dell’APE comporta una multa che va da 3.000 a 18.000 Euro, mentre per gli inquilini si va dai 1.000 ai 1.400 Euro.

L’APE va dunque allegato sia al rogito notarile in caso di compravendita, sia nei contratti di locazione.

L’eventuale sanzione sarà a carico di entrambe le parti, non solo per il venditore o il locatore, ma per metà spetterà al compratore e/o al locatario. Rimane a carico del venditore/locatore l’obbligo della produzione del documento, con le spese che comporta.

L’APE va redatta da personale qualificato appositamente addestrato e può costare dai 150 ai 300 Euro; riguarda tutte le abitazioni la cui licenza edilizia sia successiva all’ 8 Ottobre 2005.

Per gli edifici agevolati, cioè costruiti o ristrutturati sfruttando le agevolazioni fiscali, la data di riferimento è successiva al 01.01.2007. L’APE è obbligatoria per chi vende già dal 01.07.2009, mentre per gli inquilini l’obbligo è posticipato di un anno (1.07.2010).

Sono esentati dall’APE gli appartamenti inferiori ai 50 mq, ruderi, box, cantine, parcheggi, depositi e luoghi di culto.

Contrariamente a quello che vuole una leggenda metropolitana, non esiste un’APE per i beni culturali, che pertanto vanno regolamentati come tutti gli altri edifici.

Ad ogni buon conto ad oggi non esiste un listino ufficiale che dia o tolga valore ad un immobile a seconda dell’APE di appartenenza, tuttavia se ne tiene ben conto ai fini di una compravendita.

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